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Il Festival di Cannes 2024

È appena calato il sipario sulla 77esima edizione del Festival di Cannes che, come ogni anno, ha portato alla luce numerosi talenti. Oggi, però, vogliamo soffermarci su due momenti che hanno catturato l'immaginazione e l'emozione del pubblico: il discorso di Meryl Streep e il ritorno di Paolo Sorrentino a Napoli con il suo ultimo film, Parthenope

Meryl Streep: un'icona intramontabile

Festival di Cannes_Meryl StreepMeryl Streep, una delle attrici più celebrate e versatili del nostro tempo, ha ricevuto la Palma d’Oro d’onore al Festival di Cannes. Durante il suo discorso di accettazione, ha detto: <<Sono così felice che non vi siate stancati di me>>. Questa frase, semplice ma profondamente significativa, riflette la modestia e la consapevolezza di un'artista che, nonostante una carriera stellare, non dà mai per scontato l'affetto del pubblico.
 
Tutti i registi l'hanno cercata, voluta, accompagnata e valorizzata: Spielberg, Eastwood, Pollack, Zemeckis, Wajda, Benton, solo per citarne alcuni. E ogni volta, Streep ha restituito loro le migliori performance. Quando le è stato chiesto cosa faccia un buon regista, ha risposto: <<L'essere sicuro di sé. Questo fa. Un buon regista sa quello che deve dire, instilla serenità nel gruppo, crea una bella atmosfera, ma soprattutto ha l'urgenza di raccontare storie, anche nelle commedie. Se non lo trovo? Vado a casa>>.

La sua carriera, iniziata con Julia di Fred Zinnemann nel 1977, è un viaggio cinematografico che ha attraversato 47 anni e decine di ruoli in perenne trasformazione. Nessuna come lei ha saputo rappresentare donne complesse: madri, personaggi mutevoli, impeccabili, oscuri, realistici, istrionici, potenti, fragili, innamorati e sognatori, persino streghe, tutte alla ricerca della verità. Pensiamo alla cuoca Julia Child in Julie & Julia, a Katharine Graham in The Post, a Margaret Thatcher in The Iron Lady e alla cantante stonata Florence Foster Jenkins. Ogni personaggio che ha interpretato è diventato un simbolo di coraggio per molte generazioni, entrando nell’immaginario collettivo. Cresciuta con il sogno di diventare una cantante lirica, Streep ha poi trovato la sua magia nel grande schermo, ispirandosi ad attrici-mito come Anna Magnani, Giulietta Masina e Silvana Mangano.

Meryl Streep non è solo un'attrice: è una narratrice che porta alla luce le molte sfaccettature dell'esperienza umana. La sua frase a Cannes riflette non solo la gratitudine di un artista verso il suo pubblico, ma anche la sua consapevolezza del continuo impegno e della dedizione che il suo mestiere richiede. Streep non si accontenta mai della mediocrità, ogni ruolo che interpreta è un'opportunità per esplorare nuovi territori emotivi e intellettuali, dimostrando che la sua carriera è una celebrazione della complessità e della bellezza dell'essere umano.
 
 
Parthenope di Paolo Sorrentino: una visione sia familiare che nuova

Paolo Sorrentino, regista acclamato per la sua capacità di creare storie visivamente splendide e profondamente emotive, torna a Napoli con Parthenope, un film che esplora la città e i suoi miti con uno sguardo intimo e personale. Dopo È stata la mano di Dio, Sorrentino ci porta nuovamente nella sua Napoli, intrecciando memoria e mito in un’opera che è allo stesso tempo un compendio pubblico e un viaggio profondamente biografico.

Sorrentino descrive Napoli attraverso la figura mitologica di Partenope, la sirena trasformata in donna, che rappresenta la città stessa con tutte le sue contraddizioni e bellezze. Il film è un viaggio attraverso il tempo e lo spazio, da Napoli a Trento e ritorno, un percorso che riflette la complessità e la profondità dell'identità napoletana. <<Lei mi somiglia>> dice Sorrentino, riferendosi a Napoli o forse alla sirena Partenope stessa, simbolo di una bellezza eterna e tragica, una città che è stata teatro di molte vite e storie, compresa quella del regista.
 
Festival di Cannes_SorrentinoIl regista ci offre una Napoli che è allo stesso tempo reale e metaforica, un luogo dove la verità è indicibile ma sempre presente. La sua narrazione si sviluppa attraverso il personaggio di Celeste Dalla Porta, che incarna Partenope, una figura misteriosa, e attraverso il lutto e la bellezza, ci guida in un viaggio che è tanto personale quanto universale.
 
Sorrentino, con la sua maestria visiva e narrativa, ci mostra come il cinema possa essere un mezzo per esplorare le profondità dell'anima umana e delle città che abitiamo. Il film, con le sue sequenze poetiche e riflessive, ci ricorda che la bellezza e il dolore sono spesso inseparabili
 
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Possiamo, quindi, dire che Parthenope non è solo un film su Napoli ma un'opera che riflette il continuo dialogo di Paolo Sorrentino con se stesso e con la città che lo ha formato. Come Meryl Streep, che continua a sorprendere e a commuovere il pubblico con la sua recitazione, Sorrentino ci offre una visione che è allo stesso tempo familiare e nuova, capace di arrivare dritta al cuore dello spettatore.
 
 
 
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